Fotosintesi - 2008

Prove dimostrative di raccolta meccanica delle olive

Il CRPV (Centro Ricerche Produzioni Vegetali) e l' ARPO (Associazione  Regionale tra Produttori Olivicoli) hanno organizzato le giornate dimostrative di raccolta meccanica delle olive.La manifestazione, che si svolge ormai da alcuni anni, ha coinvolto alcune aziende agricole della Provincia di Rimini e della Provincia di Forlì Cesena che hanno ospitato le macchine di raccolta olive di varie Ditte costruttrici. Le prove si sono svolte a Saludecio (RN), presso l'azienda agricola di Lombardi Adon Nicola, e a Verucchio (RN), presso l'azienda agricola Berti Alberto, il 30 ottobre. a Montiano (FC), presso l'azienda agricola Bocchini Egisto e a Castrocaro Terme - Terra del Sole (FC) presso l'azienda agricola Dall'Agata Tiziano, il 31 ottobre.Nel corso della dimostrazione olivicoltori e tecnici hanno visto all'opera e provato direttamente, macchine agevolatrici e cantieri di lavoro adatti alle differenti condizioni delle aziende e degli impianti olivicoli. Fra gli scopi dell'iniziativa si sottolinea l'intento di orientare nella scelta di macchine tecnicamente innovative che permettano di preservare la qualità  della produzione ed, al contempo, ridurre l'incidenza dei costi di raccolta.

Prospettive per lo sviluppo della coltura dell'olivo nel territorio imolese

Il convegno che si è tenuto il 24 ottobre 2008 a Imola presso l'Istituto Tecnico Agrario G. Scarabelli, promosso e sostenuto dal Comune di Imola, riassume l'interesse per le opportunità  che l'olivicoltura potrebbe creare per la collina e la pedo-collina imolese. L'iniziativa ha raccolto l'interesse sia di sponsor locali, che rappresentano prime esperienze nel settore olivicolo, come il FRANTOIO ROSSI e la LISAM (ditta produttrice di agevolatori per la raccolta delle olive). sia sponsor come la BCC (ravennate e imolese) e la PIERALISI (ditta internazionale per l'impiantistica dei frantoi) che testimoniano l'interesse per lo sviluppo dell'olivicoltura imolese. Dopo i saluti delle Autorità  da parte di Monica Campagnoli (Assessora alle Attività  Produttive del Comune di Imola e di Nevio Negroni Preside dell'Itas Scarabelli, i lavori, coordinati da Virginia Ughini (Università  Cattolica del Sacro Cuore), si sono aperti con le relazioni di Roberto Rinaldi Ceroni e Fausto Ravaldi (Itas Scarabelli, Imola), di Annalisa Loreti (Servizio Prov. Agricoltura di Imola) e Carla Scotti (Iter, Bologna) i quali hanno illustrato dettagliatamente le condizioni pedo - climatiche e lo stato dell'arte dell'olivicoltura nel territorio imolese. Sono seguiti gli interventi di Luigino Mengucci (Associazione Regionale Produttori Olivicoli) e Franco Spada (Consorzio Dop olio Brisighella) che hanno relazionato sulla tecnica colturale e sulla necessità  di produrre un olio di eccellenza. Giovanni Nigro (Crpv) ha riportato il modello del progetto quadriennale 'Olivo Emilia', ribadendo l'importanza della ricerca per studiare le potenzialità  effettive della diffusione dell'olivicoltura in un area non tradizionalmente vocata a questa coltivazione. Infine Annalisa Rotondi (Ibimet, Cnr) ha evidenziato la stretta relazione esistente tra la scelta della cultivar e la qualità  dell'olio. Nelle sue conclusioni Romano Veroli (Vicepresidente del Nuovo Circondario Imolese) ha rimarcato l'impegno futuro delle Amministrazioni pubbliche locali a sostenere la ricerca e la sperimentazione per la sviluppo dell'olivo nel territorio imolese.

Visita guidata ai cloni di mele Fuji

A due anni dalla volta precedente (nel 2007 la visita non si è tenuta per problemi tecnici) resta
ancora elevato l'interesse per i cloni di mele Fuji. questo è il primo dato emerso dalla visita tenutasi
lo scorso 30 settembre al campo sperimentale c/o l'Azienda Agricola Martini (Corlo di Ferrara)
creato e gestito congiuntamente da CRPV, Astra Innovazione e Sviluppo e Consorzio Melapìù.
A una settimana circa dalla prevista raccolta di quest'anno, gli oltre sessanta partecipanti - tra loro
anche molti frutticoltori - hanno potuto osservare in campo le differenze in termini di vigoria,
produttività , pezzatura e, soprattutto, colore del frutto, tra ben 11 cloni di Fuji: Nagafu 6, Kiku®. 8,
Aztec®., Toshiro®., Raku Raku, 7436, Nagafu 12, Rubin Fuji, Fuji Suprema e i nuovissimi Fujico®.
e Fubrax®.. Si tratta di cloni appartenenti sia alla tipologia striata, che lavata.
Tra i cloni più interessanti si conferma Aztec®. che appartiene alla seconda categoria. promettenti,
ma ancora sotto osservazione, i nuovi cloni Fubrax®. e Fujico®..
I commenti tecnici sono stati di Marco Mariani (consorzio Melapiù) e Roberto Colombo (Astra
Innovazione e Sviluppo).

Visita guidata a prove realizzate nell'ambito del Progetto Simbio-Veg

Venerdi 19 settembre, presso l'Azienda P. Bastoni di Sala a Cesenatico, il CRPV ha organizzato una visita guidata su colture orticole gestite con tecniche di agricoltura biologica nell'ambito del progetto SIMBIO-Veg finanziato dal Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca del MIUR, di cui è coordinatore il Prof. Paolo Barberi della Scuola Superiore S. Anna di Pisa.
I partecipanti hanno avuto modo di analizzare colture di fragola, finocchio, lattuga, radicchio, cavolo, peperone, pomodoro che presentavano uno sviluppo vegetativo molto buono pur essendo stati ridotti al minimo gli interventi di concimazioni e di difesa fitosanitaria. si è potuto notare anche un buon risultato di controllo delle malerbe. Negli stessi campi prova, si è esaminato l'effetto fertilizzante di un sovescio di veccia, orzo e favino, su un impianto di fragola e osservare una prova di confronto varietale di lattuga.
Al termine della visita, si è tenuta una tavola rotonda, che ha affrontato il problema della commercializzazione degli ortaggi biologici. Molte delle esperienze presentate sono apparse interessanti, pur denotando l'esigenza di una organizzazione interna all'azienda diversa a seconda delle situazioni. E' stato ribadito come con la vendita in azienda il consumatore, venga ad avere un contatto diretto con il produttore che lo porta ad essere meno esigente in termini di qualità  estetica e ad apprezzare la qualità  organolettica del prodotto e le tecniche utilizzate.
A conclusione dell'incontro è stata condivisa l'esigenza di analizzare nuove forme di commercializzazione che, nell'ottica di una 'filiera corta', possano garantire un maggior reddito agli agricoltori. Sulla base di quanto discusso, il CRPV si è assunto l'impegno di farsi portavoce delle esigenze della filiera corta, per affrontarle nel'ambito di progetti, che potranno essere presentati prossimamente e che dovranno contare sulla collaborazione del mondo della ricerca, degli agricoltori biologici e delle loro Associazioni.

Visita guidata Portinnesti vite

Si è svolta Martedì 2 Settembre, presso l'Azienda Sperimentale di ASTRA, sede operativa di Modena, la visita guidata alle prove di portinnesti per i vitigni Lambrusco Salamino e Lambrusco di Sorbara.
La giornata divulgativa organizzata dal CRPV e ASTRA ha voluto fare il punto sui risultati raggiunti fino ad oggi, in particolare sul comportamento agronomico di 5 diversi portinnesti abbinati ai vitigni L. Salamino e L. di Sorbara.
I dati, riguardanti un periodo di otto anni ( 2000-2007 ), hanno dimostrato che è possibile allargare la gamma dei portinnesti utilizzabili per questi due vitigni. oltre ai notissimi e onnipresenti K5BB e SO4 si possono utilizzare, negli ambienti del territorio di pianura della Provincia di Modena, altri soggetti quali il 420 A e 1103 P.
Vera sorpresa il comportamento del 420 A, portinnesto notoriamente di medio-bassa vigoria e adatto ad ambienti collinari, il quale, su terreni franco-limoso-argillosi della pianura modenese, si è dimostrato dotato di elevata vigoria alla stessa stregua di K5BB e 1103 P., raggiungendo livelli produttivi analoghi a quelli di altri portinnesti in prova.
Nella stessa giornata si è inoltre valutato lo stato di avanzamento di uno studio riguardante le correlazioni tra suolo e portinnesto nell'azienda che ospitava le prove e in altre aziende coinvolte nei test. Per il momento, sono state approntate carte topografiche, derivate da quella dei suoli di pianura, in scala 1: 50.000 e da quella dei suoli di collina e montagna, in scala 1: 250.000 che riportano le limitazioni pedologiche alla crescita di alcuni dei principali portinnesti della vite impiegati in Emilia-Romagna

Giornate tecniche dell'albicocco

Venerdì 27 giugno si è tenuto nella sala del teatro comunale di Casalfiumanese, nell'ambito della 3 sagra dell'albicocco, un importante convegno, organizzato dal Crpv, che ha fatto il punto sulla coltura dell'albicocco in Italia.
Dopo i saluti del sindaco Roberto Poli che ha ricordato come questo appuntamento, oltre a dare lustro alla festa locale, porti a conoscenza degli agricoltori imolesi importanti innovazioni tecnico scientifiche per la coltivazione dell'albicocco. Su questo argomento (report presentato anche al XIV Congresso Internazionale ISHS di Matera), Bartolomeo Dichio dell'Università  della Basilicata ha approfondito tutti gli aspetti sia di tecnica colturale che di impiantistica per massimizzare la produzione, la qualità  e l'efficienza dell'uso delle risorse nell'ottica della riduzione dei costi di produzione. soffermandosi in particolare sulle nuove strategie per aumentare l'efficienza dell'uso dell'acqua. I lavori, coordinati da Franco Foschi del Servizio Produzioni Vegetali della Regione Emilia-Romagna, sono proseguiti con la relazione del Prof. Daniele Bassi che ha analizzato le novità  dal mondo scientifico approfondendo il tema della valorizzazione varietale.
La nuova frontiera della ricerca arriva dall'analisi del Dna, metodo che permette di selezionare tra migliaia di incroci proprio quelli che contengono, nel patrimonio genetico, le migliori caratteristiche di qualità , adattabilità  ambientale e resistenza alle malattie.
Tematica ripresa anche dal Prof. Rossano Massai che ha esposto in particolare i programmi e gli obiettivi del miglioramento genetico dell'albicocco in Italia a partire dalle caratteristiche del germoplasma presente nelle varietà  coltivate. Giampiero Reggidori di Apo Conerpo ha presentato le varietà  di albicocco gestite dal Crpv e concesse in esclusiva sia al comparto vivaistico che a alle Organizzazioni dei Produttori e ha spegato quali sono le priorità  da seguire nell'approccio al mercato: segmentazione dell'offerta, valorizzazione dei prodotti tipici e marchi di gruppo. Dopo una attenta indagine sulla diffusione del Giallume delle drupacee su albicocco esposta da Carlo Poggi Pollini dell'Università  di Bologna che ha tranquilizzato i convenuti sull'attività  futura per un efficace controllo della malattia, si è poi, passati alla presentazione della Mostra Pomologica annessa al convegno. Infine Stefano Foschi di Astra Innovazione e Sviluppo ha illustrato il catalogo delle nuove selezioni di albicocco rilevandone le caratteristiche migliori di qualità  e produttività  adatte per i futuri impianti.

Seminario Qualità delle acque

Giovedì 26 giugno 2008 si è tenuto, presso la Facoltà  di Agraria dell'Università  di Bologna, il seminario di presentazione dei risultati conclusivi emersi nel corso del Progetto Qualità  delle acque e sistemi agricoli sostenibili.
Il progetto, attivato nel 2004 e concluso nel 2007, è stato coordinato dal CRPV e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna (L.R. 28/98) con il contributo di alcune aziende produttrici di agrofarmaci: Dow AgroSciences, Makhteshim Agan e Sipcam.
L' obiettivo della ricerca è consistito nella valutazione dell'impatto sulla qualità  delle acque sotterranee di due sistemi colturali (buona pratica agricola e integrato) diversificati per il livello di apporto di mezzi tecnici, con particolare attenzione alla quantificazione della dispersione ambientale di nitrati e agrofarmaci. L'indagine è stata svolta su frumento, mais, barbabietola e soia.
Dopo i saluti di rito del Preside della Facoltà  di Agraria, prof. Andrea Segrè, ha introdotto i lavori il dott. Diego Scudellari del CRPV che ha illustrato l'iter progettuale che ha portato allo sviluppo della ricerca e il gruppo di lavoro coinvolto, rimarcando l'interesse manifestato dalle aziende di agrofarmaci attraverso la quota di cofinanziamento dell'attività .
Il primo intervento tecnico è stato quello del prof. Alberto Vicari del DiSTA, Università  di Bologna, che, in veste di responsabile scientifico, ha illustrato i risultati emersi nel corso del monitoraggio degli agrofarmaci e in particolare degli erbicidi, nelle acque di drenaggio e nel terreno. (Rel. Vicari). risultati peraltro abbastanza confortanti in quanto le analisi multiresiduali hanno rilevato la presenza di erbicidi, con concentrazioni molto basse, in solo 6 dei 96 campioni di acqua di drenaggio analizzati. In sostanza, le concentrazioni e le perdite di agrofarmaci sono risultate di trascurabile importanza da un punto di vista ambientale.
La parola è poi passata al dott. Pierluigi Meriggi di Agronomica Ricerca e Sviluppo Terremerse che ha trattato il monitoraggio dei nitrati nelle acque e nel terreno e la risposta produttiva delle colture (Rel. Meriggi). In estrema sintesi, rispetto al frumento, si sono riscontrate maggiori perdite di nitrati nelle acque di drenaggio con la coltura di mais e in entrambe le colture, una significativa riduzione delle perdite di azoto con l'adozione della tecnica Integrata. I risultati produttivi delle coltivazioni, nel confronto fra le 2 tecniche, ad eccezione del primo anno nel frumento tenero nel quale la tecnica Convenzionale ha evidenziato una resa in granella superiore rispetto alla tecnica Integrata, non hanno evidenziato differenze significative.
Meriggi ha illustrato anche le analisi economiche ed energetiche svolte dalla collega Pierangela Spisni di Terremerse (Rel. Spisni).
E' seguito l'intervento di Rita Bradascio della Dow Agrosciences, che si è occupata del ruolo degli studi di campo nel processo registrativo degli agrofarmaci (Rel. Bradascio), mentre ha concluso la serie di interventi Andrea Furlan, del Servizio Programmi della Regione Emilia-Romagna (Rel. Furlan), che ha esposto l'impiego degli indicatori di miglioramento della qualità  delle acque emersi nel corso del progetto nella valutazione degli effetti del Programma di Sviluppo Rurale.

Prove in campo: controllo meccanico malerbe in agricoltura biologica

La tradizionale Giornata Dimostrativa Prove in campo: macchine preparazione terreno e controllo malerbe in agricoltura biologica organizzata da CRPV e Azienda M. Marani, giunta quest'anno alla VII edizione, si conferma un appuntamento di riferimento per gli operatori del settore.
L'edizione 2008 è stata inserita fra le iniziative collaterali al Congresso internazionale del movimento mondiale dell'agricoltura biologica, dell'IFOAM (Federazione internazionale dei movimenti dell'agricoltura biologica), che si tiene a Modena nel mese di Giugno 2008.
Prevedendo la partecipazione di una rappresentanza di operatori, tecnici ed agricoltori da vari paesi, si è cercato di far operare attrezzature già  note e nel contempo mostrarne altre con maggiori caratteristiche innovative soprattutto nel campo del controllo malerbe e del pirodiserbo. Grazie alla autorevole partecipazione del Dott. Alex Podolinsky, noto esperto mondiale di agricoltura biodinamica, i convenuti hanno potuto assistere ad una partecipata conferenza dove sono state illustrate, con l'aiuto di foto e filmati, le tecniche più innovative e i più recenti traguardi raggiunti dalla ricerca nel campo dell'agricoltura biodinamica, sia nel campo della lavorazione del terreno che della fertilizzazione organica. Dopo il saluto ai partecipanti da parte degli Assessori della Province di Ravenna Libero Asioli e di Modena Graziano Poggioli - la giornata è proseguita con la dimostrazione in campo delle macchine per il controllo delle infestanti, dove i tecnici della Marani e i singoli costruttori hanno illustrato l'operatività  delle singole attrezzature, rimarcando l'importanza di questa pratica in agricoltura biologica e l'impegno delle officine agromeccaniche nel realizzare attrezzature idonee.

Visite guidate Cereali autunno-vernini

Il 10 giugno si è tenuta l'ultima visita guidata ai campi di confronto varietale dei cereali autunno-vernini. Questa visita, presso i campi gestiti da ASTRA, ha fatto seguito alle analoghe visite ai campi gestiti dall'Azienda Sperimentale Stuard di Parma (4 giugno) e dall'Azienda Sperimentale M. Marani di Ravenna (5 e 6 giugno). I campi fanno parte della rete nazionale di confronto varietale (Rete SIC) e sono stati attivati grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna (L.R. 28/98). Attualmente sono in corso di valutazione 32 varietà  di frumento tenero, 34 di frumento duro e 36 di orzo, con lo scopo di raccogliere informazioni in merito alle caratteristiche fisiologiche, morfologiche, fitopatologiche, produttive, qualitative e tecnologiche. Inoltre nei vari campi sono state inserite nuove varietà  segnalate dai Soci del CRPV afferenti alla Filiera cerealicola. Un maggiore ricambio varietale può comportare un miglioramento delle rese produttive, della tolleranza alle fitopatie ed una maggiore rispondenza alle esigenze dei trasformatori. Nel corso delle visite tecniche sono stati approfonditi anche gli aspetti sanitari, con particolare riguardo alla problematica delle micotossine nella granella e alla corretta gestione del rischio attraverso l'adozioni dei migliori percorsi colturali. I risultati che emergeranno da questa sperimentazione saranno adeguatamente divulgati attraverso la loro pubblicazione sulle principali riviste del settore.

Convegno La filiera del pane a Pellegrino Parmense

Lunedì 2 giugno si è tenuto, a Pellegrino Parmense, in concomitanza con la 6° Festa del Pane Tradizionale, il convegno riguardante il Progetto di ricerca CRPV sulla Valorizzazione della filiera del pane di montagna
Il Progetto, partito nel 2005 e giunto ormai a conclusione, è stato finanziato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso la L.R. 28/98, con la compartecipazione al finanziamento di diversi enti pubblici e privati (Province di Parma e Piacenza, CRPV, Panificio F.lli Lusignani, Molino Agugiaro&Figna, Comune di Pellegrino Parmense e Agri-eco). L'obiettivo principale del Progetto è consistito nella valorizzazione del pane della Val Stirone prodotto con tecniche di fermentazione acida e l'impiego di grani storici.
Dopo i saluti di rito del Sindaco di Pellegrino P.se Roberto Ventura, ha aperto i lavori Johann Marzani (Comunità  Montana Valli del Taro e Ceno). ha coordinato gli interventi Giacomo Corradi di Agri-eco.
Entrando nel merito del Progetto, con gli interventi di carattere tecnico, Claudio Selmi (CRPV) ha illustrato una panoramica inerente il Progetto sia per quanto riguarda le motivazioni che hanno portato alla sua nascita, gli obiettivi e le fasi sui cui si è articolata l'attività  di ricerca in questi ultimi 3 anni. particolare importanza è stata rivolta ai due elementi maggiormente caratterizzanti il Progetto di valorizzazione: l'impiego di metodologie di panificazione tradizionali attraverso l'uso della fermentazione acida e l'adozione di farine derivanti da grani storici locali.
Cristina Piazza (Az. Sperimentale Stuard di Parma) ha mostrato i risultati emersi nel corso della valutazione agronomica delle varietà  storiche a confronto con testimoni rappresentati da cultivar attuali. In particolare, ha evidenziato che in territori alto-collinari come quelli oggetto di sperimentazione la resa produttiva delle vecchie varietà  non si discosta di molto da quella delle varietà  più recenti prese come testimoni, che pure hanno prodotto maggiormente. Piazza ha inoltre fornito alcune indicazioni in merito alle tecniche di concimazione azotata sia in agricoltura biologica che integrata. In particolare non si sono riscontrate differenze significative di produzione fra le tesi a diverso livello di concimazione azotata seminate dopo un medicaio. la concimazione ha invece fornito produzioni più elevate del testimone nel caso di successione a sorgo.
Valeria Terzi (CRA GPC di Fiorenzuola d'Arda) ha illustrato le esperienze svolte dal suo Centro sia per quanto riguarda il processo di selezione delle vecchie varietà  che per quello che concerne gli aspetti analitici riguardanti granella e farine. Molto interessanti anche i risultati dei panel test svolti sul pane ottenuto dalle vecchie varietà  che mostrano ai primi posti per gradevolezza le 3 cultivar scelte al termine del primo anno di sperimentazione (Autonomia b, Risciola e Terminillo). Aspetto importante da mettere in rilievo è la possibilità  che grani diversi forniscano pani con caratteristiche organolettiche distinguibili nel corso di un panel test. A conclusione della sua relazione, Terzi mostra anche i risultati emersi dagli studi, condotti dall'Università  di Modena e Reggio Emilia, in merito alla microflora del lievito madre, raccolto a Pellegrino, che hanno identificato un lievito ed un lattobacillo come specie dominanti.
Ha concluso i lavori Giancarlo Castellari, assessore all'ambiente della Provincia di Parma che ha evidenziato l'importanza dell'esistenza di iniziative come quella dei Lusignani che permettono di mantenere presidiati territori alto collinari e montani altrimenti a continuo rischio di spopolamento.

Visite guidate Fragola 2008

Con l'incontro del 27 maggio presso la Martorano 5 di Cesena si è concluso il ciclo di appuntamenti sulla fragola organizzati dal CRPV in collaborazione con il CRA Unità  di Ricerca per la Frutticoltura di Forlì: il primo incontro si è tenuto il 6 maggio presso l'azienda agricola F.lli Moretti di Gattolino (Cesena). Nel corso della prima giornata, dedicata alla coltura protetta, Walter Faedi (CRA) e Pierluigi Lucchi (CRPV) hanno illustrato le principali cultivar coltivate in zona e le novità  varietali in prova nei campi sperimentali del Cesenate, anche avvalendosi dei campioni della mostra pomologica allestita per l'occasione. Tra le cultivar, frutto del lavoro di breeding condotto sia da gruppi privati che nell'ambito di programmi pubblici, si segnalano, in ordine di maturazione, Alba, Queen Elisa, Clery, Asia, Antea, Eva, Dora, Irma, Onda e Roxana. In mostra anche alcune selezioni, come la 00.92.4 che sarà  licenziata quanto prima come nuova varietà . Il pomeriggio è proseguito con una visita guidata ad alcune aziende della zona che coltivano fragola bio, un settore significativo nel Cesenate. Il secondo incontro (rivolto al pieno campo) a visto, oltre alla consueta mostra pomologica con oltre 80 campioni tra varietà , selezioni e vecchie cultivar di fragola, anche la presentazione a cura di Gianluca Baruzzi (CRA) dei risultati ottenuti quest'anno dalle prove sotto serra. L'incontro è poi proseguito con una visita ai campi sperimentali presso la Martorano 5 e in aziende agricole della zona. Sul piano commerciale, come ha evidenziato Walter Buccella (Apofruit Italia) la campagna si è divisa in due parti: la prima (fino alla prima decade di maggio) caratterizzata da un andamento di mercato positivo anche sul piano della remunerazione per i produttori, e una seconda parte influenzata da forti piogge che hanno pesantemente condizionato la qualità  dell'offerta e quindi i risultati economici. Questo fenomeno, ha rimarcato Buccella, deve farci riflettere sulla necessità  di effettuare investimenti in termini di coperture al fine di salvaguardare la produzione da eventi atmosferici avversi e frequenti come quelli di quest'anno.

Giornata dimostrativa su trattori per vigneto

Si è svolta, presso l'Azienda Viticola Verderi in località  Fossoli di Carpi, una dimostrazione in campo di trattori per vigneto. Alla giornata dimostrativa hanno partecipato alcune delle ditte costruttrici più accreditate presenti sul mercato. La giornata ha voluto proseguire l'opera di promozione della meccanizzazione integrale del sistema vigneto proponendo trattori di dimensioni ridotte per impianti con distanze ridotte tra le file.
Si è iniziato introducendo il tema dei sesti d'impianto mettendo in evidenza le sue relazioni con la produttività  e la qualità  delle uve, poi è stato affrontato l'argomento dell'impatto del trattore nel vigneto ponendo particolare attenzione al problema del calpestamento da parte delle gomme nella zona di rispetto delle radici e alle possibili soluzioni da attuare. La larghezza dei trattori presenti oscillava da 1,20 a 1,60 metri circa con potenze da 45 cv a 93 cv. La dimensione di 1,60 m si è dimostrata eccessiva per distanze dell'interfilare di 2,70 m della spalliera presa in considerazione, mentre per il G.D.C., con distanze tra le file di 4,00 m, il problema non sussisteva. per la doppia cortina è risaltata, invece, la necessità  di impiegare trattori molto bassi per riuscire a passare agevolmente sotto le cortine. La gamma di potenze presenti è più che sufficiente per la effettuazione di tutte le operazioni colturali per la gestione del vigneto, vendemmia compresa ( per il traino di una vendemmiatrice servono circa 80-90 cv ). Una caratteristica tecnica dei trattori molto importante, su cui si è soffermata l'attenzione dei numerosi partecipanti, è il raggio di sterzata delle ruote anteriori. buona parte dei modelli presentati ha mostrato una certa efficienza in questo senso riuscendo a svoltare agevolmente nel filare alterno e addirittura, in un solo caso, in quello adiacente. Un paio di modelli, caratterizzati da baricentro molto basso, sono particolarmente adatti a lavorare in collina anche con pendenze del 25-30%. I trattori presenti hanno mostrato complessivamente di avere caratteristiche operative molto interessanti con prezzi che oscillano tra i 15.000 e 36.000 Euro.
Il trattore è uno strumento che desta sempre molto interesse tra gli operatori agricoli come ha testimoniato l'elevato numero di persone presenti anche se allo stato attuale l'andamento delle vendite non è di certo confortante per i costruttori.

Giornate dimostrative di potatura dell'olivo

Le giornate dimostrative di potatura dell'olivo, organizzate dal CRPV e ARPO (Associazione Regionale tra Produttori Olivicoli), si sono svolte a Castelveltro (Mo) presso le aziende agricole 'Loris Ricchi' e 'Urbano Gianelli' il 27 marzo, a Roncolo di Quattro Castella (Re) presso l'azienda agricola 'Venturini Baldini' il 28 marzo e a Nibbiano Val Tidone (Pc) presso la 'Tenuta la Torretta' il 10 maggio.
Le giornate di potatura hanno visto la partecipazione di numerosi olivicoltori. l'interesse dimostrato da parte dei partecipanti è dettato anche dall'urgenza di reperire tutte informazioni tecniche necessarie per avviare il settore olivicolo nel territorio emiliano. I saggi di potatura sono stati eseguiti da un esperto della zona di Brisighella (Ra), area in cui l'olivicoltura è tradizionalmente presente e in fase di ulteriore consolidamento.
Sono state illustrate le tecniche per una corretta potatura di produzione ma l'attenzione è stata rivolta in modo particolare alla potatura di allevamento, tema di forte attualità  in quanto sul territorio stanno sorgendo nuovi impianti. Le prove si sono svolte anche nei campi dimostrativi in cui sono presenti i genotipi reperiti sul territorio emiliano, per cui l'incontro è diventato un momento formativo per divulgare anche i diversi sistemi di potatura in base alle varietà , alla tolleranza al freddo, alla diversa produttività .

Convegno Risultati sullo sviluppo dell'olivicoltura da olio nelle province emiliane

Nella piccola cittadina di Vignola (MO) nello storico scenario del Castello Boncompagni Ludovisi-Sala dei Contrari, si è svolto, giovedì 20 marzo il Convegno sulle possibilità  di sviluppo dell'olivicoltura da olio in Emilia.
L'evento è stato organizzato dal CRPV con il contributo della Regione Emilia Romagna nell'ambito della L.R. 28/98 e con la preziosa collaborazione della Provincia di Modena.
Nella mattinata sono stati presentati i risultati del progetto quadriennale, che ha visto coinvolti oltre al CRPV, Istituti Universitari (Università  Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Università  di Parma, Istituto di Istruzione Superiore 'L. Spallanzani') e di Ricerca (Ibimet - CNR di Bologna). Le diverse fasi della ricerca sono state illustrate da Giovanni Nigro del Crpv lasciando gli approfondimenti delle tematiche sviluppate ai tecnici e ricercatori che hanno collaborato alla realizzazione della ricerca.
Si è, quindi, presentato un quadro di attività  in cui, partendo da una indagine storico - bibliografica, sono state individuate, censite, caratterizzate dal punto di vista morfologico e genetico le vecchie ceppaie di olivo sparse sul territorio pedocollinare emiliano, come brillantemente illustrato da Virginia Ughini e da Tommaso Ganino.
Gli oli monovarietali ottenuti dagli antichi olivi sono stati analizzati per valutarne il valore nutrizionale, organolettico e gli aromi, questa attività  è stata presenta rispettivamente dalle relazioni da Annalisa Rotondi e da Francesca Rapparini che, come Ibimet-Cnr, hanno poi curato anche la degustazione guidata degli oli .
Alla luce dei positivi risultati scaturiti dalla ricerca,i diversi ricercatori hanno indicato che esistono concrete possibilità , selezionando gli ambienti idonei del territorio emiliano e i genotipi locali migliori, - come spiegato dal Prof. M. Tomaselli - di realizzare un'olivicoltura da reddito puntando su un olio di alta qualità .
A conclusione della mattinata il Prof. A. Fabbri ha auspicato, viste le buone prospettive delineate dal progetto appena concluso, di poter continuare la ricerca nei prossimi anni.
Anche la pausa pranzo, trascorsa piacevolmente al buffet allestito abbinando olio e cibo (a cura della Scuola Alberghiera di Serramazzoni), è stata parte integrante della giornata.
Nel pomeriggio, si è aperta la seconda sessione del convegno con gli interventi di alcuni agricoltori emiliani che hanno spiegato la loro esperienza pionieristica nella coltivazione e trasformazione dell'olio.
Molto interessante la relazione di Nino Iannotta sulle possibilità  di coltivare l'olivo con i metodi dell'agricoltura biologica, utilizzando tecniche di difesa alternative e soprattutto valutando le diverse sensibilità  varietali alle avversità .
Il quadro economico dell'olio d'oliva prodotto nel nord Italia è stato illustrato dal Prof. C. Giacomini il quale ha evidenziato, fra l'altro, come quasi tutti gli oli del nord Italia siano a denominazione di origine ossia come le produzioni siano di qualità  riconosciuta.
Di notevole interesse anche la relazione di Ranieri Filo della Torre che ha esposto con dovizia di particolari le problematiche del mercato nazionale ed internazionale dell'olio d'oliva. La relazione conclusiva di Franco Spada ha poi presentato la positiva esperienza del Consorzio Olio Dop di Brighella.
L'intervento conclusivo dell'Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, ha sottolineato l'organizzazione e l'alto livello tecnico scientifico del convegno e ha soprattutto ribadito il supporto della regione alla continuazione di questa ricerca, ricordando la grande importanza della coltura dell'olivo nell'ambito della sostenibilità  dell'agricoltura in zone collinari marginali. Importanza riconosciuta concretamente con l'inserimento di opportunità  di finanziamento nel Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013 agli agricoltori interessanti alla coltivazione dell'olivo.

Incontro Tecnico Nuove fitopatie del Kiwi

La carie del legno e 'elefantiasi sono due malattie ad eziologia complessa che colpiscono gli impianti di actinidia della nostra regione. Negli ultimi anni le due patologie si stanno diffondendo anche in altre aree del Centro e Nord Italia (Lazio e Veneto). La carie del legno si manifesta in impianti di almeno 9-10 anni, ha un decorso cronico poliennale e una eziologia molto simile al mal del'esca della vite: attacco del legno da parte di funghi responsabili delle carie. Si stima che oltre il 50% degli impianti siano affetti da questa malattia. Gli effetti sulla produzione riguardano la perdita di frutti alla raccolta, una minore pezzatura dei frutti raccolti e una alterazione dei parametri qualitativi che danno origine a partite non uniformi. Per ora la capitozzatura sembra essere 'unica soluzione efficace: le piante capitozzate riprendono a produrre regolarmente dopo 2-3 anni e i sintomi si manifestano in forma attenuata dopo 7-8 anni. Altre strategie di difesa in corso di sperimentazione riguardano la prevenzione del'infezione, tramite 'impiego di trichoderma dopo la potatura invernale, e la riduzione dei sintomi con 'impiego di Fe + fosfonati come nutrienti. Questi, in sintesi i principali punti toccati dalla relazione del Dr. Stefano Di Marco CNR-IBIMET) tenutasi lo scorso 15 febbraio in occasione del'incontro tecnico organizzato dal CRPV presso la Cooperativa Agrintesa di Faenza. Nel corso del'incontro il Dr. Antonio Prodi (DiSTA Università  di Bologna) ha fatto il punto sul'altra malattia (elefantiasi) che provoca un anomalo ingrossamento del tronco a livello basale o apicale (da cui il nome mutuato dalla medicina umana). Per ora 'incidenza della patologia è abbastanza contenuta: inferiore al 10% negli impianti giovani del'Emilia-Romagna. ma può raggiungere anche percentuali del 50% in impianti vecchi del Lazio. La perdita di produzione può essere legata alla pezzatura dei frutti, più piccoli e tendenzialmente sferici rispetto allo standard (non commerciabili) e al numero inferiore di frutti prodotti da piante sintomatiche. 'ipotesi eziologica più plausibile prevede un primo ruolo da parte dei miceti del gruppo Phm-simili (già  segnalato per il mal del'esca della vite e carie del'actinidia) e successiva infezione per via radicale e/o aerea di funghi quali Fusarium e Cylindrocarpon. Con molta probabilità  gli agenti eziologici associati alla malattia sono già  presenti nel materiale di propagazione. Precise strategie di lotta non sono ancora proponibili, tuttavia si possono indicare alcune misure preventive, quali: 'impiego di materiale di propagazione controllato sotto il profilo sanitario, 'estirpazione delle piante malate e, quando possibile, il non reimpianto del frutteto.

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